Mattina del 5 gennaio 2016 Vincenzo Montesanti, Magister della Comunità Masci Lamezia Terme 1 “Neocastrum”, è tornato alla Casa del Padre.
Quello che segue è il saluto che gli ha rivolto la sua Comunità al termine delle esequie. Il testo è stato elaborato da Valeria Failla, che ha cercato di portare a sintesi i ricordi, i pensieri e le riflessioni dei fratelli scout della Comunità e di tanti altri amici, pur consapevole dell’impossibilità di racchiudere in un breve scritto la grande ricchezza umana e spirituale che Vincenzo ci ha lasciato in eredità.
Questa Chiesa è oggi colma di gente venuta a rendere omaggio alle spoglie mortali di Vincenzo.
Lo specchio luminoso della sua anima è già altrove, frantumato in mille gemme splendenti, i molti ambiti del suo umano agire in cui si è esercitata la sua buona volontà.
Ognuno di noi qui presente ne conserva e riconosce un aspetto, perché ha avuto modo di incontrare Vincenzo a vario titolo e da varie angolature ed esperienze.
Cosa dire di lui senza incorrere nella retorica che avrebbe sicuramente aborrito?
Il modo più semplice ed immediato è di ricordarlo come scout, quale egli è stato essenzialmente e fino in fondo, dimostrazione vivente della validità educativa dello scautismo in età giovanile ed insieme testimonianza vivente dei valori dello scautismo in età adulta.
E certamente questo intendeva il segretario regionale del Masci quando, nel comunicare agli altri fratelli scout la triste notizia della scomparsa di Vincenzo, lo ha definito “Uno dei più bei doni che lo scautismo calabrese ha avuto”.
Vincenzo ha sempre tenuto fede alla sua promessa scout e perciò, applicandola ad ogni direzione del suo agire, ha privilegiato l’interesse per il bene comune, armonizzando, e quasi dissolvendo, il suo io nel Noi collettivo.
E questo sin dai tempi in cui, appassionato di sport, metteva al servizio della squadra le sue indiscusse capacità atletiche, come molti di noi ricordano, in emozionanti partite sull’improbabile campo dell’edificio scolastico.
Più tardi la sua attenzione al Noi è stata da lui applicata al suo privato paradiso in terra, la sua bella famiglia che ha covato con occhi innamorati, con la moglie Marisa, sua degna compagna, e con i figli, cresciuti nel segno della rettitudine e di una tenerezza quasi materna.
E ancora un altro Noi, quello dei suoi alunni nei lunghi anni dell’impegno professionale rivolto ai giovani, che sapeva ascoltare e guidare, grazie anche alla lunga gavetta fatta come educatore nel Movimento giovanile scout.
Infine il nostro Noi, quello della comunità Masci di cui è stato membro e, troppo brevemente, Magister.
Il suo senso della misura e dell’equilibrio, la sua capacità di ascolto e di rispetto per le idee degli altri, la sua serena allegria, li spendeva a piene mani per smussare gli angoli, appianare i contrasti, armonizzare la vita di Comunità e il comune lavoro.
Dovremo riflettere a lungo e tutti insieme sui doni che ci ha lasciato, per superare il buio e lo smarrimento di questi giorni e per far tesoro dei suoi insegnamenti.
Siamo sicuri che continuerà a guidarci da lassù, dalla nuova comunità dei Beati, di cui già fa parte e in cui non mancherà di farsi apprezzare.
Insegnerà, ancora una volta, il sorriso e canterà alle nostre anime con la sua bella voce profonda.