Comunità Capi del Gruppo Agesci Lamezia Terme 1
(dal notiziario Tr@cce e-mail n.1-maggio 2012)
Il compito affidatoci non è stato dei più facili, in quanto interrogarsi su Responsabilità, Fiducia e Lealtà significa interrogarsi sulle proprie scelte di uomo, di scout e quindi di cristiano.
Abbiamo scelto di partire dall’etimo della parola responsabilità e abbiamo scoperto che deriva dal latino responsare, ossia rispondere, ed è così definita: «essere consapevoli delle conseguenze delle proprie condotte».
La responsabilità, dunque è un atto di consapevolezza, un modo di agire, quindi di colui che consapevolmente sceglie di assumersi le conseguenze del proprio agire.
Nel momento in cui si è deciso di diventare capo-educatore, consapevolmente e quindi liberamente abbiamo scelto di «meritare fiducia, perché veritieri ed onesti». Allora ecco che la Responsabilità diventa un atto di libertà che ci induce ad agire con Lealtà perché è l’unica via per conquistarsi la Fiducia degli altri.
La responsabilità è innanzitutto rispondere a se stessi, alla propria coscienza: non si possono tradire i propri principi.
La Fiducia, poi, per un educatore non può essere solamente il credito, la stima che si ottiene dagli altri, bensì, prioritariamente, un affidamento, un’attesa ottimistica che si accorda al prossimo, nel caso specifico, ai ragazzi. Non possiamo fare educazione se non abbiamo fiducia nei nostri ragazzi, se non crediamo che essi siano capaci di tirare fuori dal più profondo del loro animo quello che di buono è presente in essi. Ogni azione educativa è un atto di fiducia illimitata che potrà avere un riscontro non subito, ma col tempo, quando i ragazzi di oggi saranno protagonisti positivi della società del domani.
È certamente più facile meritare fiducia che accordarla ad altri, c’è la necessità di superare le naturali ritrosie e diffidenze che ciascuno di noi si porta dentro.
Tutto questo significa una sola cosa: Gratuità; quel modo immediato di rispondere ad una chiamata che interpella ciascun capo quando sceglie di spendersi per gli altri perché convinto che la nostra vita è già essa stessa frutto di un dono elargitoci gratuitamente e con fiducia dal Padre.
È ovvio, quindi, che colui che liberamente ha scelto di offrire con gratuità la propria opera educativa, facendo della responsabilità e della lealtà i punti di riferimento del suo agire, diventa testimonianza vivente di uno stile di vita e la sua opera di educatore non è un insegnare regole e comportamenti, lasciandone ad altri la loro applicazione, ma diventa Testimone credibile e modello di vita per i propri ragazzi.