Celebrare ricordare testimoniare

Maggio 1960 – Maggio 2016
56° anniversario delle prime Promesse Scout a Lamezia Terme

Francesco Marchetti

CELEBRARE – RICORDA20100515-TargaRE – TESTIMONIARE: Sono tre parole apparentemente sinonimi ma in realtà molto diverse.

Noi Adulti e Scout del gruppo “Tracce Scout Lamezia” non ci siamo ritrovati oggi per CELEBRARE i  fasti di un passato che potremmo ritenere, magari con una punta di narcisismo, degno di essere celebrato. Noi Adulti e Scout non ci siamo ritrovati per RICORDARE gli anni di una gioventù ormai lontana, dove le difficoltà, che pur ci sono state, sembrano dissolversi nella nebbia della nostalgia.

Noi Adulti e Scout ci siamo20160522-Tracce-02 ritrovati insieme oggi per TESTIMONIARE con l’umiltà che le tante sconfitte della vita ci hanno insegnato, ma anche con la fermezza che gli anni trascorsi e quelle stesse sconfitte non hanno scalfito ma, anzi, temprato al fuoco dell’esperienza, per TESTIMONIARE e RIBADIRE, ripetendola per la 56° volta, il valore di quella “Promessa” e la fedeltà a quei dieci articoli della “Legg19600515-Promessa-Cerchio-finalee Scout” che ci siamo impegnati, non senza incertezze e cadute, a rispettare in tutti questi anni – INSIEME- in quella comunità ideale dello spirito che comporta l’essere scout e che mai si è dissolta o – SINGOLARMENTE – guidando da soli la nostra canoa tra le rapide e gli insidiosi gorghi della quotidianità.
19600515-01Noi Adulti e Scout del gruppo Tracce, ci siamo ritrovati nello stesso cortile di 56 anni fa, per ribadire, se mai ce ne fosse stato bisogno, il nostro essere scout. Scout che non indossano un’uniforme e “sine aetate” ma scout a pieno titolo.  Ci siamo ritrovati nello stesso cortile di 56 anni fa per ammonire, con il nostro essere  Adulti e Scout, a non fare l’errore di pensare all’educazione facendo riferimento solo all’età evolutiva: infanzia, adolescenza, giovinezza. In un mondo in cui la globalizzazione e la multiculturalità, generano paure ed insicurezze, è necessaria una proposta educativa per adulti, che non si limiti alle parole ed ai convegni, ma proponga esperienze serie e credibili che rendano il ragazzo di ieri, l’adulto di oggi, capace di gestire i conflitti che l’evoluzione verso una società globale sta facendo nascere. In ultima analisi, il nostro riunirci oggi ha voluto testimoniare che non basta dedicarsi solo all’educazione dei giovani, ma è urgente e necessaria una proposta educativa per gli adulti.
20160522-Tracce-03Infatti proprio pensando alle future generazioni  occorre essere consapevoli che senza adulti, testimoni credibili, la proposta educativa scout per i giovani diventa solo un gioco, una finzione virtuale fine a se stessa. Non bastano quindi, nello scoutismo, educatori dei ragazzi coerenti con i valori ed i principi proposti (anche se  Dio sa quanto ce ne sia bisogno) ma sono necessari adulti capaci di testimoniare con rigore e radicalità, in famiglia, negli ambienti di lavoro, nelle associazioni, e nei luoghi della partecipazione politica, i valori fondamentali della legalità, della  giustizia, dell’uguaglianza e del bene comune. Se i giovani non trovassero nell’esperienza quotidiana un riscontro a tutto questo, la loro esperienza educativa risulterebbe solo “un’ambientazione virtuale” senza riscontro nella realtà.
Ci siamo ritrovati insieme ancora una volta, NON per celebrare i 20160522-Tracce-05fasti di un passato che pure qualche merito ha avuto, NON per ricordare nostalgicamente che siamo stati Boy-Scout, ma che siamo e ci impegniamo per il futuro che ci sarà concesso, ad essere Aduli-Scout, cioè uomini e donne che nella carovana dell’umanità che si muove nelle grandi praterie della vita intendono assumere, con spirito di servizio, il ruolo di  “Scout” cioè il ruolo di “esploratori” il ruolo di coloro che “precedono“ che si spingono in avanscoperta, al di la delle realtà esistenti, per cercare nuove strade più giuste e più vere per tutti. Uomini e donne capaci  di tracciare nuove vie. Uomini e donne delle cose concrete, non solo poeti dell’avventura.
Lo scoutismo, infatti, si inserisce nel grande filone della “pedagogia  attiva” quella scuola di pensiero pedagogico di cui B.P. e la Montessori furono importanti esponenti, che si fonda sull’imparare facendo, e gli Adulti Scout, che non fosse altro per gli anni vissuti, tanto hanno fatto e tanto hanno imparato a loro spese, intendono non solo sforzarsi di comprendere il mondo ma anche tentare di trasformarlo lasciandolo un po’ migliore di come lo hanno trovato. Per questo don Andrea Ghetti, il Baden delle Aquile Randagie e della “giungla silente” l’indimenticato A.E. dello scoutismo lombardo, quando voleva definire i contenuti del metodo educativo scout, parlava dello scoutismo come di una filosofia della concretezza, intendendo lo scout come persona che analizza la realtà in termini concreti, si rimbocca le maniche per operare nel quotidiano, mantenendo però sempre lo sguardo fisso ai grandi orizzonti ideali, della legalità, della giustizia, dell’uguaglianza e del bene comune.
L’Adulto Scout, in altri termini, è una persona con i piedi ben piantati nel passato (le sue radici), il cuore che batte nel presente (il suo impegno nel quotidiano) e lo sguardo dritto e aperto nel futuro (le sue speranze ideali).
Tutto questo, noi Adulti e Scout di “Tracce Scout Lamezia” abbiamo voluto TESTIMONIARE oggi, con il ritrovarci insieme per la 56° volta.

BUONA STRADA

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