Archivi categoria: Spiritualità

Chi ama la comunità la distrugge, chi ama i fratelli costruisce la vera comunità

Libera sintesi del capitolo “Il servizio” (pagg. 70-83) del libro “Vita in comune” di Dietrich Bonhoeffer (*), a cura di  Francesco Marchetti

BonoefferIl 9 Aprile 2015 è stato il 70° anniversario della morte di Dietrich Bonhoeffer, il teologo evangelico che esplorò il significato della fede cristiana in un «mondo diventato adulto». Arrestato per aver partecipato a un complotto contro Hitler, fu impiccato a Flossenbürg il 9 aprile 1945.
Paradossalmente dobbiamo ringraziare la Gestapo se Dietrich Bonhoeffer ha scritto “Vita in comune”. Infatti la polizia segreta, alla fine del settembre 1937, aveva chiuso, insieme ad altri istituti della chiesa protestante, anche il “Seminario per predicatori” e la “Fraternità Finkenwalde”, diretti da Bonhoeffer, fraternità nel cui ambito un gruppo di pastori alle prime armi aveva cercato di praticare una “vita in comune”. Quindi al centro di questa testimonianza sulla vita in comune, stesa di getto nel 1938, sta una esperienza concreta. Il vivere in comunità, per Bonhoeffer, non mira a estinguere l’io del singolo, bensì a rendere ciascun soggetto una persona libera, forte e adulta nell’assunzione delle responsabilità  che la vita implica, sia per se che per gli altri.
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Oltre le parrocchie?

Le provocazioni dell’Evangelii Gaudium

Conversazione tenuta il 20 giugno 2014 al Campo Estivo della Comunità Masci Lamezia Terme 1 “Neocastrum” dall’Assistente Ecclesiastico Don Antonio Brando.

Evangelli Gaudium - copertinaProviamo a immaginare le nostre parrocchie, i nostri gruppi, associazioni, movimenti… non come prestazioni di servizi e luoghi di pura aggregazione, ma come case accoglienti. E’ questo che si chiede Gianni Di Santo in un articolo del 28 febbraio 2014. Riflettiamo insieme.

L’esortazione apostolica Evangelii Gaudium sembra quasi essere scomparsa dal radar dell’interesse pubblico. Per i giornali non è più notizia da prima pagina,  per alcuni non ha il valore di un’enciclica, per tante parrocchie è tema da non sottolineare, ho l’impressione che gli operatori pastorali facciano finta che non esista.
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La morte di Cristo come atto di responsabilità

Il Signore ci ama, perciò si china, si assume tutto il peso di una storia disastrata: non c’è altra via per la salvezza.

Don Vittorio Dattilo
(dal notiziario Tr@cce e-mail n.1-maggio 2012)

Vivendo in Comunità Capi un momento di riflessione sulla Pasqua, mi sono rifatto a testi della Scrittura che raccontano le tappe della storia della salvezza del popolo di Dio.

Nei Vangeli lo stesso Gesù risorto rinvia alla Legge e ai profeti (tutta la parola e l’azione di Dio che lo precede) i discepoli che Emmauss’interrogano sul significato degli avvenimenti a lui accaduti in Gerusalemme nei giorni della condanna e della sua morte. «Ed egli disse loro: “Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?” E cominciando da Mosé e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le scritture ciò che si riferiva a lui»  (Lc 24, 25-27).
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