Archivi categoria: Scoutismo per adulti

Ricordando Mario Cuiuli

Lo scorso 10 luglio ci ha lasciati improvvisamente, e – come era nel suo stile – silenziosamente, Mario Cuiuli, uno dei primi ragazzi che Don Saverio Gatti e Tullio Rispoli avevano iniziato a riunire già dal 1958, con la prospettiva di creare a Nicastro un gruppo scout. Il progetto si concretizzò con un primo campo sperimentale a Decollatura dal 2 al 10 luglio 1959 e, finalmente, con le prime promesse, pronunciate il 15 maggio 1960.
Posto alla guida della Squadriglia Castori, Mario fu uno dei primi quattro Capi Squadriglia del Riparto ASCI Nicastro I.     
Quello che segue è il testo del saluto, commosso e commovente, che Francesco Marchetti gli ha rivolto a nome del Gruppo Tracce Scout Lamezia in occasione delle esequie. (L.G.)  

Quando gli amici del Gruppo Tracce Scout mi hanno chiesto di scrivere qualche cosa per ricordare Mario, mi è venuto da sorridere. Sì, amici, perché ho avuto la netta sensazione di sentire la voce di Mario che mi ammoniva: «un cuminciamo con chilla vota ca’…». Infatti, se c’era qualcuno che rifiutava ogni forma di retorica, quello era Mario, benché fosse convinto, come tutti noi del Gruppo Tracce, che solo la memoria del passato è fondamento per un futuro giusto e duraturo.
Tuttavia umanamente converrete con me che ci sono momenti, ci sono eventi davanti ai quali non solo le parole vengono a mancare ma anche le lacrime. Noi Adulti Scout, oggi,  non abbiamo lacrime sufficienti per piangere un grande Amico, un vero scout.
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Le mille verità del “Piccolo Principe”

Saint-Exupéry 1L’uscita sugli schermi del film dedicato al capolavoro di Saint-Exupéry ripropone l’attualità di un libro che da settant’anni parla al cuore degli uomini e ci dice, ancora oggi, molte cose.

Francesco Marchetti A/S

Ho incontrato “il Piccolo Principe” per la prima volta in età adulta, nei “Seminari di animazione” del Masci. Da allora, questo bambino dai capelli color del grano è stato “il mio compagno di strada”, un compagno che passo dopo passo con i suoi interrogativi, apparentemente ingenui, mi ha insegnato che «…non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi…». Continua la lettura di Le mille verità del “Piccolo Principe”

L’enigma della pipa


PipaUn vecchio-scout prova a raccontare cosa è il MASCI ad un boy-scout cieco

Francesco Marchetti

Nel mese di agosto sono stato ospite, per un giorno, al campo estivo di un reparto scout.  Appena arrivato, nella tarda mattinata, prima di pranzo, dovendo il reparto allontanarsi dal luogo del campo per circa un’ora, per una esercitazione di orientamento e topografia, Giovanni, il Capo Reparto, mi ha chiesto se potevo fare compagnia ad uno dei suoi scout. Un ragazzo praticamente cieco per una rara maculopatia genetica che a differenza di quelle senili colpisce in età giovanile. Mi ha presentato a Paolo come Scout del MASCI e ha detto che lasciava noi due a sorvegliare il campo per il tempo dell’esercitazione. Ci siamo seduti sull’erba, in un punto in cui si potevano vedere  la piana ed il golfo di Sant’Eufemia.
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Il metodo scout e il senso dell’educazione degli adulti

Miniatura 1Se si vuol dare speranza al futuro ed alle future generazioni, non si può più parlare di educazione senza parlare di “educazione permanente degli adulti”

Comunità Masci Lamezia Terme 3

Ci sembra significativo per il momento storico che viviamo che il termine ”educare” sia un termine, almeno a parole, tornato tra i temi centrali della riflessione civile ed ecclesiale. Il termine “educare” indica un percorso sicuramente necessario ma lungo poiché richiama  processi complessi che debbono essere messi in atto per aiutare la persona a prendere consapevolezza di sé, a valorizzare tutte le proprie capacità e potenzialità, ad essere una persona autonoma e critica, a stabilire relazioni serene con le persone ed il mondo che la circonda, a maturare convinzioni solidamente fondate, ad assumere la responsabilità delle proprie scelte, quindi, in sintesi estrema, ad una cittadinanza responsabile…

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Il metodo scout e il senso dell’educazione degli adulti

Grazie per aver camminato con noi…

1966-Salvatore SalvatoriMartedì 5 maggio a Roma nella Basilica di S. Giovanni Battista dei Fiorentini, sarà celebrata una S. Messa in suffragio dei capi scout italiani, nel 32° della dipartita del capo scout emerito, prof. Salvatore Salvatori. 

Francesco Marchetti

Oggi, era dei computer, si usa spesso il termine memorizzare con l’accezione di compiere un’azione che permetta di conservare, per tenere a disposizione. Ma fare memoria ha anche il senso di ricordare per continuare, per non dimenticare, per non deformare una idea costitutiva. Continua la lettura di Grazie per aver camminato con noi…

Chi ama la comunità la distrugge, chi ama i fratelli costruisce la vera comunità

Libera sintesi del capitolo “Il servizio” (pagg. 70-83) del libro “Vita in comune” di Dietrich Bonhoeffer (*), a cura di  Francesco Marchetti

BonoefferIl 9 Aprile 2015 è stato il 70° anniversario della morte di Dietrich Bonhoeffer, il teologo evangelico che esplorò il significato della fede cristiana in un «mondo diventato adulto». Arrestato per aver partecipato a un complotto contro Hitler, fu impiccato a Flossenbürg il 9 aprile 1945.
Paradossalmente dobbiamo ringraziare la Gestapo se Dietrich Bonhoeffer ha scritto “Vita in comune”. Infatti la polizia segreta, alla fine del settembre 1937, aveva chiuso, insieme ad altri istituti della chiesa protestante, anche il “Seminario per predicatori” e la “Fraternità Finkenwalde”, diretti da Bonhoeffer, fraternità nel cui ambito un gruppo di pastori alle prime armi aveva cercato di praticare una “vita in comune”. Quindi al centro di questa testimonianza sulla vita in comune, stesa di getto nel 1938, sta una esperienza concreta. Il vivere in comunità, per Bonhoeffer, non mira a estinguere l’io del singolo, bensì a rendere ciascun soggetto una persona libera, forte e adulta nell’assunzione delle responsabilità  che la vita implica, sia per se che per gli altri.
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Il grande silenzio

… io credo, che non si debbano temere le idee contrarie alle nostre, ma “il silenzio” perchè è nel silenzio, e non nelle argomentazioni contrarie, che si può leggere indifferenza, nessuna considerazione, ed al limite “silenzioso disprezzo”…

Francesco Marchetti

«… Nella Torre il silenzio era già alto. Sussurravano i pioppi del Rio Salto. I cavalli normanni  alle lor poste  frangean la biada con rumor di croste. Là in fondo la cavalla era, selvaggia, nata tra i pini su la salsa spiaggia; che nelle froge avea del mar gli spruzzi ancora, e gli urli negli orecchi aguzzi …».  No, amici, questa riflessione che affido al nostro sito web non è un esercizio di critica letteraria, ma, per quello che può valere, una amara riflessione sulla diffusa modalità di comportamento che vede opporre “il silenzio” alle idee, ed ancor più alle persone con le quali, per un qualsivoglia motivo, non ci sentiamo in sintonia o che comunque esprimono opinioni diverse dalle nostre. In altri termini, il passo della poesia di cui sopra è per me come una icona poetica di quella diffusa modalità di comportamento che amo definire “muro di gomma”, che preferisce “l’alzata di spalle” o addirittura il silenzio ostile, al civile confronto delle idee.
Muro di gomma

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Scoutismo, una bussola per la vita

… il movimento scout in questi 50 anni di strada è stato la mia seconda famiglia, alla quale credo di aver dato qualche cosa ma dalla quale certamente ho ricevuto tantissimo …

Francesco Marchetti
(Articolo già pubblicato su Una bussola per la vita, Edizioni scout Fiordaliso, Collana Foulard azzurro, ottobre 2013)

Una bussola“Semel Scout Sempre Scout”
Può sembrare banale iniziare la mia riflessione su quanto lo scoutismo possa influire nella vita di una persona, con questa, per certi versi abusata citazione; ma mi è sembrato il modo più giusto, perché essa racconta tante storie di tanti scout e quindi anche la mia storia, “una storia in cammino” lunga già 50 anni; la storia di volere imparare ad essere una persona come tutte le altre e nello stesso tempo una persona diversa dalle altre perché ha scelto di vivere la vita come servizio, con impegno e generosità nonostante gli inviti e le seduzioni che vorrebbero far valere la regola del “così fan tutti”.

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I beni immateriali del territorio

Una  proposta  all’Agesci  e  al Masci:  valorizzare,  nei progetti  educativi,  i beni immateriali del nostro territorio.

Aldo Canino

Lamezia Terme-San Teodoro e CastelloDa sempre noi scout, soprattutto i più anziani delle Co.Ca. o del Masci, ci chiediamo come mai non siamo riusciti a lasciare “tracce” sul territorio del nostro essere scout.
Ciascuno di noi, sotto sotto, aspira all’immortalità, o creando “scuole di pensiero” o di metodologia scout, o costruendo edifici colossali, ovvero lasciando segni imperituri della propria presenza su questa terra. Quando questi segni “appaganti” non li vediamo, ci assale una sensazione di inadeguatezza e pensiamo che forse abbiamo sbagliato qualcosa, che forse dovevamo o dobbiamo ancora oggi impegnarci in politica.

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Adulti e Scout: eresia o realtà?

“… fare strada non significa vagare senza meta, ma piuttosto scoprire la propria via, per i piacevoli sentieri della natura in vista di uno scopo preciso…” (Baden Powell)

Francesco Marchetti – Adulto Scout

Un elemento che, fin dall’inizio della sua storia, ha differenziato lo scoutismo dagli altri metodi educativi è la caratteristica peculiare dello scout di mettersi uno zaino sulle spalle e percorrere i sentieri di un bosco insieme ad un gruppo di amici, non per fare trekking, ma per fare route, strada di vita: per vivere, a contatto con la natura, la gioia di una comunità che cresce alla ricerca del disegno di Dio su ciascuno.

Cerchio di Adulti Scout

Lo stesso Baden-Powell nella “Strada verso il successo” scriveva: “Chiunque può autoeducarsi con il metodo della strada uscendo dagli agglomerati urbani, andando all’aria aperta, percorrendo boschi e prati con lo zaino in spalla ed un bastone in mano, portando con sé la tenda, una coperta ed una gavetta, ma…soprattutto la sua libertà. Marciando all’aria aperta, marciando all’avventura per la campagna, abbeverandosi alle bellezze del cielo, della terra e del mare. Ammirando i colori dei boschi e dei prati, respirando il profumo del fieno e dei fiori, ascoltando la musica dei ruscelli ed il mormorio del vento, imparando a conoscere gli animali e le loro abitudini, fino a sentirsi loro compagno e parte del grandioso piano della natura. Fare strada – concludeva B.P. – non significa vagare senza meta, ma piuttosto scoprire la propria via, per i piacevoli sentieri della natura in vista di uno scopo preciso“.

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