Archivi categoria: Metodologia scout

Dalla dispersione alla fratellanza scout

Come si fa a dire che non si è razzisti nei confronti del colore della pelle, quando  si guarda al colore dell’uniforme?

Francesco Marchetti

E storia nota che nel 1974 fu decisa la fusione delle due associazioni cattoliche (ASCI e AGI) con la conseguente nascita dell’ l’A.G.E.S.C.I. (Associazione Guide E Scout Cattolici Italiani ) che insieme al CNGEI, come FIS, entrò a far parte dell’’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (OMMS/WOSM). Ma è altrettanto noto che nel 1975, solo due anni dopo la fusione di ASCI e AGI, alcuni gruppi più legati alla tradizione dello scoutismo cattolico, si staccano e firmano a Roma la nascita dell’Associazione Italiana Guide e Scout d’Europa Cattolici, aderendo al  progetto della Federazione dello Scoutismo Europeo (FSE).
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Scoutismo: una strada verso la Pace

Lo scoutismo è certamente “una strada di libertà“ – la storia di un secolo di vita ne è testimone – ma è anche “una strada verso la Pace”?

Francesco Marchetti

Lo scoutismo nasce, “quasi per gioco”, nel 1907, quando l’ispettore Generale della cavalleria di Sua Maestà Britannica, il generale Baden-Powell, sbarca accompagnato da una ventina di ragazzi nell’isola di Brownsea. Scopo di Baden-Powell, già acclamato eroe nazionale dal popolo inglese dopo aver resistito per sette mesi ad un assedio Boero in Sud Africa, era sperimentare un metodo educativo naturale, chiamato “scouting”, che potesse essere usato da organizzazioni già esistenti. Alla positiva esperienza del Campo di Brownsea seguì la pubblicazione di un libro, Scouting for boys. Scrive Baden-Powell: “dopo aver scritto Scoutismo per ragazzi pensai naturalmente che le organizzazioni giovanili già esistenti se ne sarebbero servite per le proprie attività, e che non avrei più avuto molto da fare in quel campo. Ma ben presto, nella primavera del 1909, constatai che centinaia di ragazzi stavano formando Reparti scout per conto loro, al di fuori di tali organizzazioni…“. Lo scoutismo era ormai nato. 
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Le mille verità del “Piccolo Principe”

Saint-Exupéry 1L’uscita sugli schermi del film dedicato al capolavoro di Saint-Exupéry ripropone l’attualità di un libro che da settant’anni parla al cuore degli uomini e ci dice, ancora oggi, molte cose.

Francesco Marchetti A/S

Ho incontrato “il Piccolo Principe” per la prima volta in età adulta, nei “Seminari di animazione” del Masci. Da allora, questo bambino dai capelli color del grano è stato “il mio compagno di strada”, un compagno che passo dopo passo con i suoi interrogativi, apparentemente ingenui, mi ha insegnato che «…non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi…». Continua la lettura di Le mille verità del “Piccolo Principe”

Grazie per aver camminato con noi…

1966-Salvatore SalvatoriMartedì 5 maggio a Roma nella Basilica di S. Giovanni Battista dei Fiorentini, sarà celebrata una S. Messa in suffragio dei capi scout italiani, nel 32° della dipartita del capo scout emerito, prof. Salvatore Salvatori. 

Francesco Marchetti

Oggi, era dei computer, si usa spesso il termine memorizzare con l’accezione di compiere un’azione che permetta di conservare, per tenere a disposizione. Ma fare memoria ha anche il senso di ricordare per continuare, per non dimenticare, per non deformare una idea costitutiva. Continua la lettura di Grazie per aver camminato con noi…

I beni immateriali del territorio

Una  proposta  all’Agesci  e  al Masci:  valorizzare,  nei progetti  educativi,  i beni immateriali del nostro territorio.

Aldo Canino

Lamezia Terme-San Teodoro e CastelloDa sempre noi scout, soprattutto i più anziani delle Co.Ca. o del Masci, ci chiediamo come mai non siamo riusciti a lasciare “tracce” sul territorio del nostro essere scout.
Ciascuno di noi, sotto sotto, aspira all’immortalità, o creando “scuole di pensiero” o di metodologia scout, o costruendo edifici colossali, ovvero lasciando segni imperituri della propria presenza su questa terra. Quando questi segni “appaganti” non li vediamo, ci assale una sensazione di inadeguatezza e pensiamo che forse abbiamo sbagliato qualcosa, che forse dovevamo o dobbiamo ancora oggi impegnarci in politica.

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La narrazione

Considerazioni sull’importanza della narrazione nella metodologia scout.

Aldo Canino

Nella primavera del 1991 ho fatto un viaggio in nave nei Caraibi e I’ultima tappa è stata Miami. Oltre al normale giro turistico nella città, ove erano stati ambientati tanti film e telefilm polizieschi che io seguivo con passione, c’era la possibilità di fare un giro nelle Heverglades.
Le Heverglades sono quella immensa area di laghetti e stagni che oltre a pesci e volatili ospitano gli alligatori e che si visita con gli zatteroni ad elica posteriore, capaci di passare dall’acqua alla terra e viceversa ma anche di produrre un frastuono infernale tanto da richiedere l’uso di cuffie di protezione. Il giro turistico fu fatto secondo copione e quindi con grande soddisfazione degli amanti della natura come me.

L’aspetto sorprendente era costituito dal fatto che l’area era abitata, da centinaia di anni, dalla tribù dei Seminole, che si considerano una nazione indigena mai sconfitta sia dagli Spagnoli che dagli Americani. Quindi i Seminole non pagano tasse di alcun tipo, nemmeno quelle obbligatorie per frequentare le università.

La storia di questo popolo ci venne raccontata dal Capo tribù in lingua originaria tradotta in inglese daOsceola Capo Seminole una guida. Il grande capo, indossando il costume delle cerimonie, con lo sguardo fisso oltre l’orizzonte iniziò e fini la sua narrazione con tono grave e, soprattutto, solenne. lo non conosco la lingua “seminole” e nemmeno l’inglese, ma credo di aver capito tutto di quella narrazione e di ricordare solo quella nell’ambito di uno straordinario viaggio ai Caraibi.
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Riflessioni di un vecchio capo: spirito scout e cammino di fede

… fede e scoutismo sono intrisi l’uno dell’altro per formare una sola cosa…

Gino Buccinnà

Molto tempo fa, in occasione del campo scuola di secondo tempo, ora CFA,  il  capo campo  mi chiese  cosa fosse  per me  lo scoutismo. Io risposi con molta semplicità: “Per me lo scoutismo è come un treno che cammina su un binario“.
Treno 1Mi chiederete  cosa c’entri lo scoutismo con il treno. Ebbene, il treno è una macchina che trasporta persone e cose, ma per muoversi ha bisogno di un binario formato da due rotaie. Lo scoutismo, vuoi o non vuoi, trasporta anche esso delle persone e  nel treno  ci sono ragazzi,  capi e  assistenti  ecclesiastici. 

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Riflessioni di un vecchio capo: giocare il gioco vale ancora oggi?

Vale ancora la pena vivere una vita da scout in questa società?  Perché?

Gino Buccinnà

1983-Spineto-25a
Con gli stimoli nuovi che la società ci offre, non sempre si ha il tempo di vivere la proposta scout nella sua interezza, anzi a volte si ha difficoltà addirittura a fare una vera  proposta.

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La Responsabilità: un atto di consapevolezza, un modo di agire

Comunità Capi del Gruppo Agesci Lamezia Terme 1
(dal notiziario Tr@cce e-mail n.1-maggio 2012)

CoCa Lamezia 1Il compito affidatoci non è stato dei più facili, in quanto interrogarsi su Responsabilità, Fiducia e Lealtà significa interrogarsi sulle proprie scelte di uomo, di scout e quindi di cristiano.

Abbiamo scelto di partire dall’etimo della parola responsabilità e abbiamo scoperto che deriva dal latino responsare, ossia rispondere, ed è così definita: «essere consapevoli delle conseguenze delle proprie condotte».
La responsabilità, dunque è un atto di consapevolezza, un modo di agire, quindi di colui che consapevolmente sceglie di assumersi le conseguenze del proprio agire.
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Leali e responsabili … in una parola: felici!

Comunità Capi del Gruppo Agesci Platania 1
(dal notiziario Tr@cce e-mail n.1-maggio 2012)

CoCa Agesci Platania 1Lealtà, responsabilità, fiducia sono valori con i quali ci confrontiamo ogni giorno nel nostro cammino di capi educatori al servizio di bambini, ragazzi e giovani e anche nella vita non associativa.  Ma un capo scout ha anche una vita non associativa? Quando il capo scout non è con i ragazzi crede ancora negli stessi valori che cerca di trasmettere loro con gli strumenti del metodo? È tutta questione di lealtà e di responsabilità che, se vissute insieme, portano alla fiducia!
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