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I beni immateriali del territorio

Una  proposta  all’Agesci  e  al Masci:  valorizzare,  nei progetti  educativi,  i beni immateriali del nostro territorio.

Aldo Canino

Lamezia Terme-San Teodoro e CastelloDa sempre noi scout, soprattutto i più anziani delle Co.Ca. o del Masci, ci chiediamo come mai non siamo riusciti a lasciare “tracce” sul territorio del nostro essere scout.
Ciascuno di noi, sotto sotto, aspira all’immortalità, o creando “scuole di pensiero” o di metodologia scout, o costruendo edifici colossali, ovvero lasciando segni imperituri della propria presenza su questa terra. Quando questi segni “appaganti” non li vediamo, ci assale una sensazione di inadeguatezza e pensiamo che forse abbiamo sbagliato qualcosa, che forse dovevamo o dobbiamo ancora oggi impegnarci in politica.

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La narrazione

Considerazioni sull’importanza della narrazione nella metodologia scout.

Aldo Canino

Nella primavera del 1991 ho fatto un viaggio in nave nei Caraibi e I’ultima tappa è stata Miami. Oltre al normale giro turistico nella città, ove erano stati ambientati tanti film e telefilm polizieschi che io seguivo con passione, c’era la possibilità di fare un giro nelle Heverglades.
Le Heverglades sono quella immensa area di laghetti e stagni che oltre a pesci e volatili ospitano gli alligatori e che si visita con gli zatteroni ad elica posteriore, capaci di passare dall’acqua alla terra e viceversa ma anche di produrre un frastuono infernale tanto da richiedere l’uso di cuffie di protezione. Il giro turistico fu fatto secondo copione e quindi con grande soddisfazione degli amanti della natura come me.

L’aspetto sorprendente era costituito dal fatto che l’area era abitata, da centinaia di anni, dalla tribù dei Seminole, che si considerano una nazione indigena mai sconfitta sia dagli Spagnoli che dagli Americani. Quindi i Seminole non pagano tasse di alcun tipo, nemmeno quelle obbligatorie per frequentare le università.

La storia di questo popolo ci venne raccontata dal Capo tribù in lingua originaria tradotta in inglese daOsceola Capo Seminole una guida. Il grande capo, indossando il costume delle cerimonie, con lo sguardo fisso oltre l’orizzonte iniziò e fini la sua narrazione con tono grave e, soprattutto, solenne. lo non conosco la lingua “seminole” e nemmeno l’inglese, ma credo di aver capito tutto di quella narrazione e di ricordare solo quella nell’ambito di uno straordinario viaggio ai Caraibi.
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Oltre le parrocchie?

Le provocazioni dell’Evangelii Gaudium

Conversazione tenuta il 20 giugno 2014 al Campo Estivo della Comunità Masci Lamezia Terme 1 “Neocastrum” dall’Assistente Ecclesiastico Don Antonio Brando.

Evangelli Gaudium - copertinaProviamo a immaginare le nostre parrocchie, i nostri gruppi, associazioni, movimenti… non come prestazioni di servizi e luoghi di pura aggregazione, ma come case accoglienti. E’ questo che si chiede Gianni Di Santo in un articolo del 28 febbraio 2014. Riflettiamo insieme.

L’esortazione apostolica Evangelii Gaudium sembra quasi essere scomparsa dal radar dell’interesse pubblico. Per i giornali non è più notizia da prima pagina,  per alcuni non ha il valore di un’enciclica, per tante parrocchie è tema da non sottolineare, ho l’impressione che gli operatori pastorali facciano finta che non esista.
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Il Postmoderno e l’Italia della Grande Bellezza

Italo Leone
(Conversazione tenuta il 29 maggio 2014 al Circolo di Riunione di Lamezia Terme)

Il Postmoderno, come suggerisce il termine, è il tempo che succede al Moderno, l’epoca che possiamo far iniziare con l’Umanesimo italiano e la conseguente fiducia nell’Uomo, considerato protagonista della storia e dominatore della Natura attraverso la conoscenza scientifica e la manipolazione tecnologica, fiducioso nelle verità che scopre e nell’idea di progresso (Galileo, Bacone, Cartesio). Questa visione ha dominato la storia dei popoli dell’Occidente cristiano fino a metà del Novecento. Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, nella cultura delle élites si avverte progressivamente il venir meno della fiducia in un sapere unitario e in una visione progressiva della storia di cui l’uomo è il protagonista e il fine ultimo. (Nietzsche, Freud, Propp, Lévi-Strauss e lo Strutturalismo, Poststrutturalismo, Semiotica modificano radicalmente i parametri interpretativi del reale passando dalla visione dialettica propria dell’idealismo e del marxismo a una visione più complessa della storia come processo determinato da una molteplicità di fattori e difficilmente prevedibile). Potremmo sintetizzare le conseguenze di ciò con le parole tratte da un articolo di Eugenio Scalfari su la Repubblica: “Qualcuno s’incomincia ad accorgere che è venuta meno la figura del padre e che questa lacuna di paternità è una delle cause non marginali della perdita d’identità e della nevrosi diffusa che da molti anni affligge il nostro Paese e non soltanto. Se il padre ha dimissionato non ci saranno più neppure i figli, i fratelli, i cugini; mancano i punti di riferimento. La stessa salutare dialettica tra le generazioni viene meno e si trasforma in una lotta per il potere tra vecchi e giovani.

Se vuoi leggere  il resto di questo saggio o scaricarlo, clicca qui sotto:
Italo Leone – Il Postmoderno e l’Italia della Grande Bellezza

Il valore della parola data

Francesco Marchetti – Adulto scout

«L’onore dello Scout è tale da meritare fiducia. Alla parola, oggi, non si crede più. Per tanti capi di stato, per tanti messaggeri di nuove dottrine, per il figlio verso i genitori, per l’uomo d’affari, per lo studente e per l’impiegato, la parola data è solo una comoda pedina nel gioco di inconfessabili interessi. Chiunque osservi ed ascolti può averne quotidiana conferma. Di fronte ad un mondo fatto di compromessi e di troppo facili aggiustamenti, di fronte al dilagare di indulgenti restrizioni mentali che vogliono giustificare con abile dialettica ciò che in realtà non è che slealtà ed ipocrisia,Al ritmo dei passi noi riaffermiamo il valore della parola data. A tutti i Rover e Capi amici lanciamo questo messaggio solenne: riaffermiamo innanzitutto in noi stessi il valore di un impegno preso. Se Roverismo vuol dire allenamento alla vita e se esso deve creare in noi delle abitudini morali, facciamo sì che anche nei nostri impegni verso il Movimento, grandi o piccoli che siano, la nostra parola sia la parola». (Andrea Ghetti, Al ritmo dei Passi, Editrice Ancora, 1983)

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I colori della pelle

BIANCOIl caso Rollins v. Alabama dimostra che il colore della pelle che ciascuno di noi percepisce, oltre ad essere il risultato oggettivo di una variabile fisico-chimica, e anche il frutto, a volte avvelenato, di una variabile culturale.

Francesco Marchetti

Jim Rollins era un afro-americano imprigionato nel 1922 per il crimine di miscegenation (matrimonio interrazziale).
Tuttavia, nello stesso anno, la Corte d’Appello dell’Alabama annulla la sentenza e lo rimette in libertà con la motivazione che non esiste nessuna prova che dimostri chiaramente che la donna in questione, Edith Labue, sia una donna bianca.
Edith Labue, infatti, era una immigrata siciliana, quindi, per i giudici dell’Alabama era inconclusively white inconsistentemente bianca, era qualcosa in-between. 

Come afferma lo storico Robert Orsi, il problema della popolazione in-between, per gli Italiani del sud immigrati negli USA a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, era basato su precisi fattori, centrati su dati culturali, come l’uso di “categorie razziali”, presente in Italia per distinguere gli italiani del nord da quelli meridionali, ed il far proprio lo stesso concetto da parte dei maggiori commentatori giornalistici americani circa le persone immigrate dal sud Italia. Concetto ribadito anche da noti politici come Henry Cabot Lodge, che distingueva i “Teutonic Italians”, gli Italiani del nord, chiaramente bianchi, dagli Italiani del sud che, a suo dire, erano appunto in-between,  inconsistentemente bianchi, perché di pelle scura.

Sempre a proposito di colore della pelle, mi sembra interessante ricordare il terrore che la popolazione di pelle nera ha per le chiazze acromiche (bianche), retaggio di una ancestrale paura di essere esclusi dalla comunità, perché portatori del morbo di Hansen (lebbra); e per contro la voglia di “nero”, la moda della “tintarella”, che induce molte persone di pelle bianca a modificare, grazie al pigmento melanico, il colore della propria pelle.

Penso che quanto fin qui argomentato dimostri chiaramente che il colore della pelle che ciascuno di noi percepisce, oltre ad essere il risultato oggettivo di una variabile fisico-chimica,  è anche il frutto (a volte avvelenato) di una variabile culturale.

Credo inoltre che sia utile riproporre alla comune riflessione il caso Rollins v. Alabama per capire se anche noi, quando esprimiamo un giudizio sulle persone che incontriamo lungo la nostra strada, valutiamo pregiudizialmente tenendo conto delScala di grigio 1
“colo
re”… e non solo di quello della pelle… converrete infatti con me  che ci sono  altri “colori” riferibili alle persone, che oltre ad essere il risultato di un dato oggettivo, sono il frutto (a volte avvelenato) di una variabile culturale.

Il colore dei soldi

Ai poeti, agli artisti, agli eroi, ai santi, ai pensatori, agli scienziati, ai navigatori ed ai trasmigratori di mussoliniana memoria dell’Italia in orbace andrebbero oggi aggiunti traffichini, evasori, tangentisti e pagnottisti.

Lupo della Steppa

 “I soldi vinti hanno un gusto doppio di quelli guadagnati”.  E’ una frase celebre profferita da Eddie Felson (Paul Newman) nel film di Martin Scorzese  “Il colore dei soldi”.

Quelli indebdenaro 2itamente sottratti all’erario poi, quelli di illecita provenienza a qualsiasi titolo arraffati – pizzo, tangenti, prebende, note spese gonfiate – hanno il più alto riconoscimento nelle gare  gastronomiche di  “cuochi e fiamme”.

Per un momento tu, lettore, dai briglie sciolte alla fantasia: invece delle sale da biliardo affollate e fumose del famoso film americano, immagina il magnifico cielo della nostra penisola, respira profondamente e chiudi gli occhi.  Lo senti l’odore acre dei soldi ?
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La morte di Cristo come atto di responsabilità

Il Signore ci ama, perciò si china, si assume tutto il peso di una storia disastrata: non c’è altra via per la salvezza.

Don Vittorio Dattilo
(dal notiziario Tr@cce e-mail n.1-maggio 2012)

Vivendo in Comunità Capi un momento di riflessione sulla Pasqua, mi sono rifatto a testi della Scrittura che raccontano le tappe della storia della salvezza del popolo di Dio.

Nei Vangeli lo stesso Gesù risorto rinvia alla Legge e ai profeti (tutta la parola e l’azione di Dio che lo precede) i discepoli che Emmauss’interrogano sul significato degli avvenimenti a lui accaduti in Gerusalemme nei giorni della condanna e della sua morte. «Ed egli disse loro: “Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?” E cominciando da Mosé e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le scritture ciò che si riferiva a lui»  (Lc 24, 25-27).
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Il medagliere

Medagliere

Gli insigniti della Repubblica, circa 298.000, costituiscono  ormai un piccolo esercito. Nel momento in cui ci sarebbe bisogno di più sobrietà, le onorificenze lievitano.  

Renato Borelli

Mentre il pil – malgrado l’impegno di Cetto La Qualunque – tende alla stagnazione economica, il numero degli italiani insigniti per meriti fa registrare variazioni al rialzo; sfora, infatti, le 298.000 unità. C’è qualcosa che non torna in tutto questo, se da una parte aumenta l’esercito dei benemeriti e dall’altra l’economia nazionale non risente dell’azione benefica di questi signori.
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Fare memoria non è solo ricordare

54° Anniversario delle prime Promesse Scout a Lamezia Terme

Siamo qui per ribadire – rinnovandola per la cinquantaquattresima volta – la nostra intatta fedeltà ad una promessa fatta: una promessa che nel maggio 1960, giovanissimi, e forse non pienamente consapevoli, pronunciammo per la prima volta impegnandoci a lasciare il mondo un po’ migliore di come lo avevamo trovato. …”

Francesco Marchetti – Adulto Scout

Carissimi fratelli e carissime sorelle scout,
carissimi amici tutti,

Siamo qui per ricordare le prime promesse scout celebrate a Lamezia nel 1960, ed è ovvio porsi una domanda: ha senso celebrare un evento accaduto 54 anni fa?

Nel riflettere a come rispondere a qRinnovo-Promessa-1uesta domanda mi è venuto spontaneo riandare alle parole pronunciate da Papa Francesco durante la veglia di Pasqua in San Pietro.

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