Appaion le stelle: la storia di un canto scout

Scout attorno al fuocoApprossimandosi (15 maggio 2016) il 56° anniversario delle prime Promesse scout nella città di Lamezia Terme, raccontiamo la storia (ovvero: quanto ricordiamo) di un canto scout tradizionale del Gruppo Asci Nicastro I: “Attorno al fuoco”, più comunemente noto come “Appaion le stelle”.

Gianni Torchia e Totò Calindro

Gianni: Dovete sapere (ma qualcuno della mia generazione lo sa già) che, allorché si è varcata la soglia di una certa età, il panorama, che la nostra memoria scorge, appare un tantino offuscato: i colori sono più tenui, i contorni più sfumati, la luce crepuscolare del passato ottenebra i contorni degli avvenimenti, anche di quelli che sembrerebbero più degni di essere ricordati: è bene, in tale circostanza, non muoversi da soli. Così ho trovato te, caro Totò, ben disposto ad accompagnarmi in questo breve viaggio nel passato. Tra l’altro sei tu quello che ha conservato il manoscritto del canto “Attorno al fuoco” e ne ha trasmesso le note agli scout delle generazioni successive alla nostra.
Ricordo che eravamo attendati ad Adami di Decollatura…
Totò: Sì, era l’anno 1961, avevamo acquistato da poco le tende “Catullo” e ci tenevamo a sperimentarne l’efficienza.

Agosto 1961 -Campo del Clan Nicastro I: La mitica Tenda "Catullo"
Agosto 1961 –  Campo del Clan Nicastro I: la mitica tenda  “Catullo”

Gianni: Per la verità, la notte, ci faceva un freddo cane, perché il “catino” era staccato dalla murata.
Totò: Ma eravamo felici comunque, perché finalmente si dormiva in un vero campo scout, all’aperto.
Gianni: Sì, però, Totò, mi sbaglio o c’era qualcuno che la prima sera pianse perché era lontano da mamma e papà?
Totò: Ma com’è? Giua’, affermi di non ricordare quasi niente e invece rievochi fatti tutto sommato non degni di memoria?
Gianni: E va bbe’, lasciamo perdere. Ma tu ricordi un fatto che io invece avevo completamente dimenticato.
Totò: Sì, infatti, d’altra parte, conoscendoti, non me ne meraviglio affatto. Poco lontano dal nostro campo, non si sa come né perché, si sviluppò un incendio che fummo chiamati a domare. Non era tanto vicino; ma dopo una bella scarpinata riuscimmo a raggiungere il luogo interessato e contribuimmo allo spegnimento. Ti ricordi?      Gianni: Veramente no. Ma se lo dici tu…
Totò: Ti ricordi almeno che costruimmo anche un ponte di legno sul fiumiciattolo vicino all’accampamento?
Gianni: Certo che me lo ricordo. I principali artefici, oltre ad Aldo Canino, appartenevano al mio gruppo: Mario Mastroianni, Pippo Calipari, Pino Amato… Mi ricordo che Mario era il nostro capo clan, mentre Italo Leone era capo riparto.

Agosto 1961: Un gruppo di Rover del Clan Nicastro I al Campo di Adami
Agosto 1961: Un gruppo di Rover del Clan Nicastro I al campo estivo di Adami (Decollatura)

Totò: Nostro assistente, nonché padre spirituale, era Don Saverio, che rimase con noi per tutta la durata del campo.
Gianni: Ricordo che viaggiava in Gilera e più di una volta mi diede un passaggio per riportarmi a casa.
Totò: Allora… come ti venne in mente di comporre il canto “Attorno al fuoco”? E’ di questo, mi pare, che dobbiamo parlare.
Gianni: Totò, sai bene che, a quell’età, evadere dalle mura domestiche è un bisogno fisiologico.
Totò: Sì, il desiderio di autonomia è parallelo a quello spirito di avventura che anima gli scout.
Gianni: Però ricordo che, quando scendeva la sera, il nostro sguardo si volgeva spesso verso sud, cioè verso casa; ma, siccome Nicastro era era occultata dalle montagne, alzavamo gli occhi  verso il cielo, che, dopo il crepuscolo, appariva rischiarato da una luna assai romantica.
Totò: Tu, allora, pensasti bene di affidare alla luna il compito di raccontare alle nostre mamme le nostre sensazioni, che tu chiamasti avventure…
Gianni: Bravo, proprio così. Ma era una sensazione vaga, e in fondo di breve durata, come breve è, del resto, la stessa canzone. Al calore del fuoco, il canto si leva da cuori fondamentalmente felici, che la stessa montagna ascolta in rispettoso silenzio.
Per il resto mi ricordo ben poco. Mario, che ho sentito per telefono, ricorda che composi la canzone mentre ero appoggiato al tronco di un grosso albero, forse una quercia, con una penna in mano e una sorta di cartoncino che avevo ricavato dalla scatola vuota di un anticrittogamico, utilizzato per il granturco che era coltivato lì nei pressi. Quel manoscritto è ora in tuo possesso, gelosamente conservato: è giusto così.

Lo storico cartoncino (fronte e retro)
Lo storico cartoncino (fronte e retro) col manoscritto  originale del testo                                                         di “Appaion le stelle”

Totò: Giua’ te ne ho consegnata una copia non molto tempo fa. Non dirmi che l’hai perduta.
Gianni: …No …non te lo dico. Cioè. Voglio dire, se anche l’avessi persa…no. Ma che dico?! Devo solo mettere a posto le mie carte.
Totò:  Volevi dire… il tuo cervello…
Gianni: …Già… forse…

Note

Ascolta la melodia di “Appaion le stelle”:

Scarica lo spartito  cliccando qui:  Appaion le stelle (G. Torchia)

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