L’educazione alla gestione oculata del proprio reddito e le Fondazioni Antiusura aiutano a non cadere nelle spire degli usurai.
Franco Lucchino
L’articolo nono della Legge scout recita: “Lo scout è laborioso ed economo”.
La laboriosità è risaputa, in quanto lo scoutismo, tra gli altri principi, ci ha insegnato – e continua a farlo – che ognuno deve saper badare a se stesso.
L’economicità è bene inculcarla ai bambini sin da quando sono piccoli, insegnando loro ad amministrare saggiamente “la paghetta”, proprio perché “chi non sa tenere al poco non sa essere padrone del molto”. Oggi, in particolare, l’educazione all’economicità aiuta a fronteggiare più validamente i tempi di crisi che la società tutta sta vivendo.
Si sente dire da più parti che con il reddito mensile la maggior parte delle famiglie italiane non riesce ad “arrivare a fine mese”; in tale contesto saprà meglio affrontare tale difficoltà chi ha il senso dell’economia e del risparmio. In altri termini, è necessario essere molto oculati nelle spese e saper gestire il proprio reddito.
Purtroppo molte famiglie, lontane da questi principi, si sono ritrovate fortemente indebitate e, quindi, con il rischio di fare ricorso all’usura.
Quando si va a finire nelle spire degli usurai – che spesso si presentato come “amici” disponibili –sarà molto difficile uscirne, specialmente quando essi fiutano la possibilità di impossessarsi del patrimonio delle proprie vittime.
Una ricerca promossa dalla banca d’Italia evidenzia che sul nostro territorio sono oltre 500.000 le famiglie taglieggiate dall’usura, con tassi di interesse che vanno dal 180% al 240%, fino a superare il 300%. La recrudescenza di questo male è alimentata, oggi come sempre, dalle crisi economiche che incidono negativamente sulla situazione finanziaria di molte famiglie e imprese, accentuando gli elementi di criticità presenti nel rapporto tra famiglie, imprese e sistema creditizio.
Il fenomeno “gioco” non può essere trascurato sotto questo aspetto, in quanto è diventato alquanto preoccupante e molto spesso costituisce l’anticamera del ricorso all’usura. Ogni famiglia italiana spende in media mille euro in superenalotto, totocalcio, lotto etc. e queste forme di ricerca della fortuna sono delle vere e proprie tasse sulla povertà.
L’usura resta un dramma, accompagnato spesso da violenze, che interpella la Chiesa italiana e la impegna da una parte ad essere prossima alle vittime e dall’altra a lavorare perché etica ed economia riscoprano un imprescindibile legame e si decidano a comunicare reciprocamente per contrastare questa struttura di peccato.
Quello che appare agli occhi di tutti è che, dove la fatica di creare lavoro si fa più improba, e dove soprattutto i canali finanziari puliti non offrono sufficienti servizi ed agevolazioni, l’usura prospera e genera forme di profondo disagio sociale e di disgregazione personale e familiare.
Molteplici sono le cause dell’usura alimentate prevalentemente da attività illecite (droga, gioco d’azzardo, prostituzione) e il denaro proveniente da queste attività illecite contribuisce ad allargare il bacino dell’usura in ogni regione d’Italia. Paradossalmente, si può affermare che il denaro che nasce dallo sfruttamento dei più deboli e dei più bisognosi alimenta la nuova povertà dell’usura.
Di fronte ad un circuito immorale di rastrellamento ed uso del denaro, la Chiesa ha sempre sentito il dovere di vincere questo male, costruendo percorsi e fornendo strumenti volti a promuovere il bene, con lo scopo di arginare il disagio economico e denunciare lo sfruttamento e le ingiustizie che nascono da legami economici distorti. Pertanto, la Chiesa ha fortemente voluto e contribuito alla nascita di Fondazioni Antiusura che, riunite nella Consulta Nazionale Antiusura, hanno l’impegno di accompagnare le persone vittime degli usurai, molto spesso oggetto di pressioni psicologiche, di violenze e di minacce. In Italia operano complessivamente 66 Fondazioni Antiusura, 6 delle quali In Calabria.
La Fondazione Antiusura della Diocesi di Lamezia Terme, intitolata a Mons. Vittorio Moietta, ha sede nel Palazzo Vescovile di Via Lissania e numero telefonico 0968.448280. Il numero di famiglie che le si rivolgono per sanare la loro posizione finanziaria ed evitare il ricorso all’usura è veramente allarmante. Per darne un’idea, esponiamo di seguito alcuni dati forniti dalla Fondazione stessa:
- Anno 2012: nr. 191 richieste di intervento da parte di altrettante famiglie per un totale di Euro 1.024.040,00;
- Anno 2013: nr. 188 richieste di intervento per un totale di Euro 2.869.210,00;
- Anno 2014: (dato al 31/03) nr. 40 richieste di intervento per un totale di Euro 644.900,00.
Le Fondazioni Antiusura operano nei territori di propria competenza con le seguenti modalità:
- Ascoltare le richieste di persone e famiglie vittime dell’usura, o che versano in condizioni di eccessivo indebitamento, o che sono a rischio di usura, approfondendo le loro reali condizioni e le relative prospettive di soluzione;
- Richiedere ogni documentazione necessaria all’istruttoria della posizione e alla determinazione dell’eventuale concessione;
- Fornire consulenza legale e finanziaria ed, eventualmente, offrire ogni forma di mediazione verso organismi istituzionali e non, in grado di offrire una soluzione;
- Qualora le persone e le famiglie abbiano capacità di ripresa, rilasciare le garanzie necessarie alla Banca convenzionata, per consentire che possano accedere ai crediti personali (mediante i quali si estinguono tutte le passività);
- Svolgere azione preventiva di carattere educativo e informativo, proponendo stili di vita improntati a un responsabile uso del denaro;
- Promuovere la cultura della legalità e la conoscenza delle leggi sull’usura.
Cosa non fanno le Fondazioni Antiusura:
- Non erogano direttamente prestiti o mutui;
- Non danno sussidi;
- Non lavorano allo sportello;
- Non possono intervenire in presenza di una carente o lacunosa esposizione debitoria;
- Non pretendono di risolvere complessivamente il problema dell’usura, ma cercano di fornire consulenza e, per quanto possibile, un percorso finanziario di recupero;
- Non sono organismi burocratici, ma vivono del lavoro di volontari con specifiche competenze professionali.
In definitiva, le Fondazioni Antiusura rappresentano un concreto esercizio di carità da parte della Chiesa e un valido tentativo per prevenire la piaga sociale dell’usura.
Franco Lucchino
7 maggio 2014