50° Anniversario delle prime Promesse Scout a Lamezia Terme
… Siamo qui per “non perdere il nostro futuro”, siamo qui per ribadire, rinnovandola per la cinquantesima volta, la nostra intatta fedeltà ad una promessa fatta …
Francesco Marchetti – Adulto Scout
Perché oggi siamo qui?
Partirei dall’affermazione di un teologo ebreo, A.J. Heschel, che afferma: “il ricordo costituisce la pietra di paragone di tutte le azioni. La memoria è una sorgente di fede. Avere fede è ricordare…molto di ciò che la Bibbia ci chiede, come credenti, può essere racchiuso in una sola parola: ricorda Israele (Dt 4,9) ….. il ricordo è quindi un atto sacro: noi santifichiamo il presente rammentando il passato…”
Allora, perché oggi siamo qui?
Siamo qui come Adulti Scout per dare testimonianza, non con la nostalgia del tempo che fu, ma con la perfetta coscienza della perenne attualità che hanno i valori fondanti, per testimoniare, con la nostra presenza, quale scuola di vita sia stato per noi lo scoutismo degli anni sessanta, uno scoutismo, che a me piace definire: scoutismo “straccione”.
Straccione, non perché fosse approssimativo nel metodo (e il nostro essere qui oggi ne è testimonianza) “straccione” perchè indossava una divisa militare usata, comprata al mercato degli stracci, lavata e rilavata, stirata e rammendata con amore, dalle mani delle nostre mamme.
Siamo qui per fare, da scout, “verifica di un cammino” – un cammino iniziato proprio in questo cortile 50 anni fa. Verifica del percorso scout di quei ragazzi che negli anni sessanta indossarono con orgoglio quegli “stracci”, facendo di una vecchia divisa militare, una uniforme, che rendeva tutti uguali: il figlio dell’ingegnere, dell’avvocato, del professore, così come il figli o del commerciante, del falegname e del fabbro. Tutti uguali – fratelli nello scoutismo – e capaci di sognare insieme un futuro di impegno per un mondo migliore.
Ma, vorrei poter dire, siamo qui anche in rappresentanza di quelle ragazze che, un anno dopo, prime in Calabria, indossarono con fierezza il loro fazzolettone scout.
Siamo qui per fare memoria dei ragazzi e delle ragazze di allora, ma anche degli scout-master di quel tempo: quelli vicini nel quotidiano: Don Saverio Gatti, Tullio Rispoli, e quelli che – lontani geograficamente – sentivamo comunque maestri: Mario Mazza, Mons. Andrea Ghetti (il mitico Baden delle Aquile Randagie).
E tanti altri Adulti Scout che seppero regalare a noi ragazzi degli anni sessanta un sogno… un sogno che – conservato gelosamente da alcuni di loro, durante il periodo della “giungla silente” – poteva sembrare solo una utopia passatista, una nostalgia di chi da ragazzo aveva indossato l’uniforme, ma che seppe educare intere generazioni di donne e di uomini, in grado di continuare, ancora oggi, da Adulti Scout, l’impegno, personale e comunitario, per un mondo migliore.
Siamo qui, dopo 50 anni, per fare memoria, perché fare memoria non è solo ricordare, è – come ci ha detto Heschel – santificare il presente, è (mi permetto di aggiungere) l’unico modo per immaginare un futuro possibile. Infatti, come afferma in un suo saggio, il sociologo Alberoni “Sono le comunità ricche di solidarietà di speranza e di fede che vanno nel passato per lanciarsi verso il futuro. Quando invece un popolo o un gruppo dirigente o una classe intellettuale o dei pedagogisti, rifiutano la storia, vuol dire che non si sentono più parte di una comunità in cammino. Vuol dire che hanno perso la speranza, lo slancio, l’ideale…Vuol dire che hanno perso il futuro….”
Perché oggi siamo qui?
Siamo qui, per “non perdere il nostro futuro” – siamo qui per ribadire – rinnovandola per la cinquantesima volta – la nostra intatta fedeltà ad una promessa fatta :
“Zampa tenera, sei pronta per fare il grande salto?”…
Così un tempo si dava inizio alla cerimonia della promessa. La Promessa infatti è senza ombra di dubbio “il più grande salto” che richiede l’essere scout.
Un salto che riconosce all’individuo la capacità di essere un membro determinante per la vita della Comunità, ma allo stesso tempo cambia la sua partecipazione alla vita del la Comunità in termini di responsabilità e di impegno.
E’ importante rimarcare con forza che il valore della promessa Scout non risiede nella semplice adesione alle regole del gruppo.
La cerimonia della Promessa dice, nei gesti e nella sacralità che gli sono propri, che l’impegno preso è una questione cruciale che incide nel profondo della vita di chi la pronuncia, lo scoutismo (se scoutismo è) non è un po’ di tempo libero messo al servizio degli altri, lo scoutismo è un impegno per la vita.
La portata rivoluzionaria dello scoutismo, rispetto ad altri movimenti è appunto nell’impegno contenuto nella Promessa, un impegno al cambiamento personale.
Unico modo per realizzare un vero miglioramento della realtà in cui viviamo.
Unico modo per lasciare il mondo un po’ migliore di come l’abbiamo trovato.
La Promessa – infatti- ci chiama a costruire, partendo da noi stessi, un mondo fatto per il bene degli uomini, in altre parole ci chiama a contribuire al progetto di Dio sull’umanità.
Diceva Mons. Andrea Ghetti: “la Promessa è una rivoluzione, un cambiamento violento nella nostra vita, che tuttavia non ci rende dei ribelli in lotta armata con il mondo grigio e qualunquista dei nostri giorni, essa piuttosto ci rende servi ed operai della verità: Uomini e Donne curiosi di esplorare il mondo perché convinti che il bene – almeno per un piccolo 5% – si trova in ogni piega della società, e noi scout ci impegnamo con la nostra promessa, a spargere un po’ di questo bene, incontrato e raccolto, anche dove apparentemente non ce n’è”.
B-P nel discorso agli scout per il suo ottantesimo compleanno ci ha lasciato detto: “ Voglio che abbiate una vita lunga e felice come la mia, e perché possiate averla, vi dirò il mio segreto: In tutto ciò che faccio, ho sempre cercato di mettere in pratica la mia Promessa Scout e la legge. Se farete anche Voi così, farete della vostra vita un successo. Ecco perché vi chiedo– oggi qui- di ripetere con me la Promessa Scout, non a pappagallo, ma pensando al significato di ogni parola che pronunciate”.
Con l’aiuto di Dio, prometto sul mio onore di fare del mio meglio
– per compiere il mio dovere verso Dio e verso la Patria,
– per aiutare il Prossimo in ogni circostanza,
– per osservare la Legge Scout.
Buona Strada a tutti!