Martedì 5 maggio a Roma nella Basilica di S. Giovanni Battista dei Fiorentini, sarà celebrata una S. Messa in suffragio dei capi scout italiani, nel 32° della dipartita del capo scout emerito, prof. Salvatore Salvatori.
Francesco Marchetti
Oggi, era dei computer, si usa spesso il termine memorizzare con l’accezione di compiere un’azione che permetta di conservare, per tenere a disposizione. Ma fare memoria ha anche il senso di ricordare per continuare, per non dimenticare, per non deformare una idea costitutiva.
E’ mia opinione che fare memoria degli eventi della nostra storia, ha il senso di “ricordare per continuare”. Fare memoria significa ringraziare gli scout che in passato hanno contribuito all’evoluzione del metodo, alla diffusione dello scoutismo, al miglioramento della società, a camminare su una strada di salvezza, ad aprire o tenere aperti i Gruppi nei quali siamo “nati” o viviamo. Fare memoria significa ricordare il loro insegnamento, magari per non commettere gli stessi errori e certamente per conservare un ideale originario, un ideale di vita, per interessarsi a loro e soprattutto alla loro storia e con essa agli insegnamenti che ci hanno tramandato. Oggi vi sono molti Scout anziani, magari soli, magari malati, magari in difficoltà, magari che si sono allontanati. Di loro: chi si interessa più? chi se ne occupa più? chi se ne ricorda più? E’ la contraddizione del nostro Scoutismo: grandi chiacchiere, infinità di riunioni, tanti campi e manifestazioni oceaniche, ma poca memoria e poca carità.