Comunità Capi del Gruppo Agesci Platania 1
(dal notiziario Tr@cce e-mail n.1-maggio 2012)
Lealtà, responsabilità, fiducia sono valori con i quali ci confrontiamo ogni giorno nel nostro cammino di capi educatori al servizio di bambini, ragazzi e giovani e anche nella vita non associativa. Ma un capo scout ha anche una vita non associativa? Quando il capo scout non è con i ragazzi crede ancora negli stessi valori che cerca di trasmettere loro con gli strumenti del metodo? È tutta questione di lealtà e di responsabilità che, se vissute insieme, portano alla fiducia!
Fiducia, lealtà, responsabilità stanno alla base del rapporto tra un capo e un ragazzo. Abbiamo cercato di raccogliere un po’ le idee in Comunità Capi chiedendoci: cosa sono per noi lealtà, responsabilità e fiducia? In quali momenti della vita associativa, un ragazzo può vivere la lealtà, la responsabilità e la fiducia?
Tra credere e fare c’è di mezzo il mare.
La lealtà, per noi, è la virtù di chi opera in coerenza con quello in cui crede. Se una persona sceglie di credere nella pace, se è leale, fa di tutto per vivere la pace nel suo quotidiano e, consapevolmente o meno, insegna a fare altrettanto alle persone che gli vivono intorno.
Ma da cosa è condizionata la scelta di una persona nel credere ad un valore piuttosto che un altro? Ognuno di noi ha una sorta di bussola che lo porta a scegliere ciò che è bene per lui e per gli altri, ma la scelta è anche condizionata dall’esperienza e dall’ambiente in cui si vive.
L’articolo «La Guida e lo Scout sono leali», è una sorta di sigillo di garanzia della Legge Scout. Se crediamo che il nostro servizio sia bene per noi e per gli altri e ci sforziamo ogni giorno di fare del nostro meglio per rispettare la legge scout, siamo leali e pronti per trasmettere questo valore ai nostri ragazzi.
Scegliere, agire, rispondere, verificare.
La responsabilità, per noi, è la virtù di chi è capace di rispondere delle proprie azioni. La persona responsabile è capace non solo di dire perché sta facendo una cosa, ma è soprattutto capace di prendersi cura anche del prossimo. Essere responsabili è importante in tutti i campi ma assume una valenza tutta particolare nel campo educativo. Nello scautismo poi, il metodo sarebbe inapplicabile se non strettamente connesso alla qualità del servizio offerto dai capi: prima di conoscere B.P. e il metodo, le famiglie conoscono delle persone che fanno volontariato nello Scautismo, alle quali affidano i loro figli sicuri del loro senso di responsabilità.
Nella nostra Comunità Capi recitiamo la Preghiera del Capo e della Capo all’inizio di ogni incontro ed ogni volta è un interrogarsi, una verifica personale, specialmente quando diciamo «…che io sia sempre loro di esempio e mai di inciampo…».
Ma attenzione: non si può essere responsabili senza essere leali!
Leali e responsabili… in una parola: felici!
Aveva proprio ragione il caro B.P. quando diceva nel suo ultimo discorso che «La vera felicità è fare la felicità degli altri!». Lealtà e responsabilità fanno nascere fiducia e felicità. Un capo leale e responsabile è garanzia di buona vita ed otterrà la fiducia di ragazzi e genitori. I ragazzi, poi, sono molto più abili di noi a farsi un’idea immediata della persona che si trovano davanti: come potremmo sollecitarli alla lealtà durante un gioco se fossimo i primi a trovare scorciatoie, nello Scautismo come nella vita?
Se tendiamo a essere migliori, dobbiamo darci continuamente obiettivi di crescita, condividerli, trovare percorsi idonei a raggiungerli con e nella comunità.
Responsabilità e lealtà non fanno eccezione.
Grazie a Tr@cce Scout Lamezia per averci stimolato e fatto riflettere un po’!